mercoledì 21 aprile 2010

Cioccolato chantilly e fragole


 La spiegazione sarà semplice e concisa: chantilly al cioccolato di Bressanini  con fragole.
Cioccolato utilizzato: tavoletta di cioccolato equosolidale fondente all'80%. 
La tavoletta era meno grassa di quella utilizzata da Bressanini (sui 38 gr) e ci sono voluti quindi circa 112 gr di acqua accuratamente pesati; il sapore era molto buono (deve piacere l'amaro del fondente chiaramente), ma la densità non era quella soffice tipica della mousse che si vede nel blog del ricercatore; mi è venuta leggermente più liquida anche se non tanto da far scendere in fondo al bicchiere le fragole per fortuna.
La quantità di acqua e il tipo di cacao evidentemente influenzano più del previsto la consistenza della mousse.
Il sapore molto amaro è stato da qualcuno mitigato con una pallina di gelato alle creme.

Spiedini di gamberi rosa e fragole


 Quella che sembrava una ricetta di semplice e di facile riuscita si è trasformata in una ricetta piena di problematiche uscite fuori tutte durante l'assaggio:
- i gamberi rosa (nostrani ovviamente) sono stati saltati in una padella di acciaio con fondo spesso (senza olio e senza acqua solo con un pizzichino di sale) per circa 8 minuti e poi sgusciati; se si ha a disposizione del materiale in cucina per effettuare una cottura a vapore è sicuramente meglio;
- le prime fragole della stagione (non nostrane, ma prese dal fruttivendolo siciliano) sono state pulite e tagliate a metà, ma erano talmente saporite e dolci che sarebbe bastato un pezzetto più piccolo; il sapore della fragola ha infatti coperto quasi totalmente il sapore del gambero rosa;
- aceto balsamico: cercavamo un cremoso aceto balsamico "tradizionale" (il vero aceto balsamico a base di mosto di uva), ma il costo proibitivo ci ha fatto ripiegare su due soluzioni: un aceto balsamico di modena (quello più chiaro nella foto) e una crema balsamica (quello più scuro nella foto con  i seguenti ingredienti: mosto d'uva concentrato, aceto di vino al 20%, caramello, amido e antiossidante) entrambi di marca Corte Padana.
La crema balsamica crea un effetto ottico molto carino, ma il sapore lascia a desiderare (nel senso che non sa quasi di niente nonostante il primo ingrediente sia il mosto d'uva concentrato), l'aceto balsamico invece era visivamente meno accattivante ma più saporito. Anche in questo caso comunque, il sapore delle fragole non ha permesso ai due aceti di uscire fuori. Forse una riduzione casalinga di aceto balsamico avrebbe unito sapore e arte, non so, oppure mescolando i due tipi di aceto si ottiene il giusto mix...c'è da sperimentare.

Cefalo dorato lesso

Venerdì scorso la mia pescivendola mi ha convinto a comprare il cefalo, pesce che non amo particolarmente sebbene abbia un prezzo accattivante (5 euro al kg) e sia a km 0. Quello che mi ha venduto non era un semplice cefalo, ma era il cefalo dorato (Liza Aurata) che a quanto pare è la tipologia di cefalo con le carni più pregiate; infatti dovrbbero esistere 5/6 tipi di cefalo, ma ancora non mi sono acculturata bene in proposito. Dobbiamo fidarci ciecamente del pescivendolo che ci vende questo tipo di pesce, infatti se non è stato pescato  a largo dalla costa, ma ad esempio in zone portuali, la carne di questo pesce non solo è cattiva, ma inizia a diventare anche discretamente tossica a causa degli oli lubrificanti presenti in mare.

 
Milena (la spacciatrice di pesce), mi ha consigliato di lessarlo circa 20 minuti con un pò di odori (cipolla, sedano, carote) e poi di spinarlo, pulirlo e servirlo su un letto di rucola, con pomodorini, pinoli, parmigiano ed un filo di buon olio.
Questa è stata infatti la sua fine (eccetto per i pinoli che erano ahimè terminati), ma se devo dirvi che mi è piaciuto da impazzire direi una bugia; era mangiabile, ma il sapore del cefalo non si è mitigato moltissimo, anche se devo ammettere che la carne in sè era di una morbidezza ineguagliabile.
Probabilmente proverò a cucinarlo di nuovo magari provando con una marinatura a base di limone prima della cottura, come consigliano molti pescatori, per mitigare i pesci dal sapore un pò forte.

mercoledì 7 aprile 2010

Maritozzi 1.0

  • 200 gr farina manitoba (che proverò ad eliminare appena trovo l'estratto di malto)
  • 100 gr di farina zero bio 
  • 200 gr farina di farro bio
  • 15 gr di miele
  • 75 gr di zucchero di canna bio (non integrale)
  • 1 cubetto di lievito(25 gr)
  • 120 gr di latte
  • 100 gr di olio di mais bio
  • 2 uova
Ho fatto impastare il tutto alla macchina del pane (impasto 15') poi ho steso una sfoglia spessa circa 1 cm e ho creato delle forme più o meno regolari; dopo aver fatto partire la lievitazione al caldo (sopra la stufa a pellet per un'oretta, dalle 20.00 alle 21.00) li ho infilati nel forno spento che ho acceso al mattino (6.40) a 160° per 15 minuti circa. Molto soddisfatta del primo esperimento!